515.00

LE EPISTOLE ridotte nella lingua toscana per il Doni.

Esaurito

CAT06-470 Venezia s.n. 1549 [colophon Aurelio Pincio 1548] ,
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in-8 antico, pp.(16), 680, (20), leg. p. perg. molle coeva con tit. mss al d. Tracce di legacci. Bella vignetta xilogr. al front. con figura allegorica e motto “Quel che mi molesta ascondo e taccio”, e altra al verso dello stesso con la scritta “Quel che mi molesta abbrucio et ardo”, ripetuta al fine modificata in “Quel che mi molestava accendo et ardo”. Dedicat. alla Contessa Somma di Bagno. Belliss. capilett. xilogr., alcuni figurati. Lettera dell’editore Carnesecchi al fine. Errata numerazione per le pp. da 491 a 494. Il Doni copiò per questo volgarizzamento il testo del Manilio dell’edizione veneziana del 1494, fatto citato da Apostolo Zeno. Paitoni IV, 18-19 cercò invece di scusare il Doni rovesciando la colpa sul Carnesecchi. Gamba 1151. Belliss. esempl. a larghi margini.