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CRONACA DI MANTOVA compilata per Messer Bonamente Aliprandi detta la Aliprandina.

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XVIII sec. ,
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manoscritto cartaceo in folio (mm 270×190), legatura settecentesca in piena pergamena con titolo manoscritto al dorso. Frontespizio disegnato in rosso con titolo e immagine della civetta sopra anfora rovesciata in cornice architettonica, derivata dall’impresa tipografica dell’umanista Ludovico Castelvetro (Modena 1505- 1571). Manoscritto completamente rubricato ‘alla maniera’ dei codici quattrocenteschi, grafia corsiva di unica mano, inchiostro bruno e rosso, richiamo al verso di ogni carta, specchio di scrittura mm 160×90, rr 29, pagine non numerate 253. Copia settecentesca della Cronica dell’Aliprandi (Mantova 1350-1417). Composta agli inizi del secolo XV, la Cronica contiene la narrazione della storia di Mantova dalle origini fino al 1414 e, secondo il Torelli che ne fu grande conoscitore, si tratta dal punto di vista storiografico, di un documento attendibile, basato su fonti archivistiche. Il testo si compone di 192 capitoli in volgare, versificati in terza rima, e viene considerato, assieme alle Maccheronee del Folengo, uno dei testimoni più importanti per la storia del dialetto mantovano. L’opera fu pubblicata, con la cura di O. Begani, nei Rerum Italicarum Scriptores (2° edizione, XXIV, 13, pp. 17-236) di Ludovico Muratori, e parzialmente già nelle Antiquitates (1741, tomo V, cc 1065-1242) dello stesso. Nella prefazione il Muratori dice di pubblicare l’opera a partire da un codice donatogli da Francesco Torelli, e segnala anche altri due codice antichi. – c.1r: frontespizio – cc. 2r-7v: indice – c. 8 bianca -cc. 9r ss: Cronica de Mantua, incipit “Esendo posto di volir circhare”, explicit “Benche di presio pocho si montare” Nato a Mantova da Simone da Monza intorno alla metà del Trecento, Bonamente Aliprandi studiò giurisprudenza e fu priore del collegio dei Giureconsulti. Nel 1380, insieme alla moglie Margherita Robba, parteciò alle nozze di Francesco Gonzaga con Agnese Visconti. Nel 1382 fu ambasciatore dei Gonzaga presso Urbano VI ad Avignone per manifestare la fedeltà gonzaghesca al Papa avignonese. Nel 1388 faceva parte del consiglio del Comune di Mantova quale rappresentante del quartiere di S. Iacopo ed in tale qualità fu tra coloro che elessero Francesco Gonzaga capitano e signore di Mantova. L’anno dopo fu “massarus Communis” cioè amministratore del Comune. Nel 1398 fece edificare un oratorio in onore della Vergine nei pressi del palazzo del Podestà, affidato successivamente alla confraternita detta “della Morte”, incaricata di assistere i condannati alla pena capitale. Nel 1409 fece costruire una cappella ed un altare nella chiesa cittadina di San Francesco. Morì l’11 febbraio 1417. La casa di Bonamente Aliprandi è quella posta all’angolo tra corso Vittorio Emanuele (Pradella) e via Corrado, ad angolo una splendida lesena opera di Luca Fancelli. Una nota manoscritta di mano posteriore dichiara che il nostro manoscritto è stato acquistato alla vendita Davis-Govi il 13 Gennaio 1918: effettivamente compare nel catalogo di tale vendita all’asta al numero 3197, vendita in cui si alienava la straordinaria biblioteca dello scienziato e fisico mantovano Gilberto Govi (1825-1889), ordinato professore all’Università Federico II di Napoli. Possiamo pertanto affermare che il nostro codice appartenne all’insigne mantovano, raffinato bibliofilo, di cui un ricco epistolario è conservato all’Accademia Virgiliana di Mantova. DBI; Pietro Torelli, Antonio Nerli e Bonamente Aliprandi cronisti mantovani, in Archivio Storico Lombardo 1911, pp. 209-230; (per Gilberto Govi) Antonio Borrelli – Edvige Schettino, La prima cattedra di storia della fisica in Italia, pp.75-78; Catalogo della preziosa Biblioteca esistente nella Villa “Floridiana” a Napoli… Parte seconda Collezione Prof. G. Govi. Alcune pagine brunite per la qualità della carta, ma esemplare in ottime condizioni con ampi margini. [375]

Peso 3 kg