in-16, leg. cart. dec., 8 ccnn, 258 cn. Epistolario compilato da G. Bruno in cui sono raccolte le lettere di Niccolò Franco (Benevento 1515-1570) autore di versi ed epigrammi licenziosi. Segretario di Pietro Aretino fu poi da questi cacciato e prese a vagabondare in diverse corti italiane; fu anche a Mantova dove si guadagnò le simpatie del Cantelmo. Accusato di eresia fu giustiziato a Roma dal Tribunale dell’Inquisizione. Gamba 1402 citando la prima ediz. scrive «Il F., rifugiatosi in Venezia, divenne ospite ed aiutante di studio di Pietro Aretino, il quale aveva nel 1537 dato alle stampe un primo libro delle sue Lettere, e volle il F. imitarlo con pubblicare anch’egli queste pistole, ma senza mai nominare l’Aretino […] Ciò fu cagione d’odii, d’insolenze e di libelli vituperosi allora venuti alle stampe con vergogna delle italiane lettere». Leg. allentata. Alcune pp. con macchie.
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DE LE LETTERE DI NICCOLÓ FRANCO scritte à Prencipi, Signori, e ad altri personaggi, e suoi amici, libri tre. Nelle quali si scuopre l’arte del polito, e del terso scrivere. Di nuovo ristampate a candida lezzione ridotte.
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