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MAGISTRI STOPINI POETAE PONZANENSIS CAPRICCIA MACARONICA.

LG

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CAT29-459 Padova apud Gasparum Ganassam 1636
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in-16, pp. 207, leg. perg. molle coeva rimontata con carta dec. settecentesca. Bel front. inc. in rame con tit. contornato da figure allegoriche: Latro, Amantes, Ambitio, Ignorantia, Gata-Mor, Pazzia, Bosia, Podagra, emblematiche del racconto. Dedicat. a Giacomo Soranzo. Rara ediz. orig. dei “Capricia” del letterato ligure originario di Ponzano Magra (1572? – 1638 ca) che si cela con lo pseudonimo di Magister Stopinus, in onore del personaggio contenuto nel poema folenghiano del Baldus, il frate abate del convento della Mortadella. Si tratta di componimenti satirici e denigratori dei malcostumi dell’epoca secondo lo stile inaugurato dal mantovano Teofilo Folengo della poesia maccheronica. Le invettive sono dirette alle meretrici, si elogia il furto, si loda l’ignoranza, compaiono poesie d’amore, sul gioco, sulla brama d’onore, sulla ricchezza; attraverso la satira si elogia la bugia, trionfante a Roma e viene citato ad esempio Pietro Aretino. ma anche frammenti di realtà quotidiana come la Macaronea in cui si piange la morte di una gatta uccisa da un soldato. Nella dedica al Soranzo l’A. dichiara che si tratta di una sua opera giovanile, ma non proprio dal momento che nella terza macheronea si tratta ampiamente dell’invenzione del telescopia di Galilei risalente al 1610, cioè quando l’A. aveva almeno 40 anni. L’Orsini a ventanni si trasferisce a Mantova in cerca d’impiego presso la corte dei Gonzaga e non trovando qui fortuna si sposta a Venezia, viaggiando poi tra Brescia, Padova e Ferrara. Una seconda edizione di quest’opera viene pubblicata nello stesso anno a Venezia da Sarzina. Piantanida 3164. Brunet 550. Graesse 503. Olschki 5738. Picc. mancanze alla perg. e al d. della leg. Bell’esempl. [459]

Peso 1 kg