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TRADUZIONE DELLA TAVOLA DI CEBETE IN VERSI SCIOLTI ED ALCUNE RIME PROFANE MORALI E SAGRE del N. H. Co: … tra gli Arcadi Cratejo Erasiano, e vicecustode della Colonia Renìa.

Esaurito

CAT02-341 Venezia Zatta 1763 ,
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in-8, leg. cart. rust. coeva con tit. mss al d., pp. 128. Belliss. tav. rip. all’antip. inc. in rame (330×180 mm.). Traduz. dal greco della celebre Tavola di Cebete, dialogo filosofico attribuito a Cebete di Tebe, discepolo di Socrate. Si immagina che il protagonista del dialogo interpreti il significato di un quadro allegorico esposto dinnanzi al tempio di Saturno: in chiave cinico-stoica la città raff. rappresenterebbe la vita, e i vari recinti i metodi filosofici che gli uomini possono scegliere di seguire. L’A. pare essere convinto della paternità del dialogo attribuita al filosofo Cebete e si propone di trasportare il saggio in versi italiani dal momento che “tra le traduzioni … il maggior numero è stato in prosa, fuori d’alcuni versi latini”. Si aggiungono alcune Rime profane, sacre e morali. Testo latino a fronte. Graesse II, 95.